La corsa dell’Africa allo spazio

di claudia
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Il mercato spaziale nel continente africano varrà 20 miliardi di dollari nel 2024, ma avvantaggerà le aziende straniere. Lo rivela uno studio del programma spaziale dell’Unione africana (Ua), presentato durante la conferenza internazionale NewSpace Africa organizzata in Costa d’Avorio. Lo riporta un comunicato ufficiale del programma spaziale dell’Ua.

L’Africa è sempre più interessata all’industria spaziale, che appare un efficace strumento di sviluppo ma anche un ottimo sistema di lotta ai gruppi jihadisti che affliggono il continente. Secondo lo studio dell’Ua il mercato spaziale del continente porterà 20 miliardi di dollari nel 2024, ma avvantaggerà le società straniere che detengono i mezzi di comunicazione: “Gli africani consumano moltissimi prodotti spaziali, e siamo più di un miliardo”, “la gente usa la comunicazione satellitare ovunque”, attraverso “telefonia cellulare, televisione, radio, telemedicina” riferisce l’Ua.

La Costa d’Avorio ha annunciato la creazione della sua agenzia spaziale e il lancio del primo nanosatellite ivoriano entro il 2024. A metà aprile, il Kenya ha messo in orbita il suo primo satellite operativo con un razzo SpaceX, decollato dalla California, negli Stati uniti. Questi paesi seguono così i pionieri del continente africano nel settore, che sono il Sudafrica, la Nigeria, l’Algeria e l’Egitto, il primo paese ad aver inviato un satellite nello spazio, nel 1998. Secondo la coordinatrice del programma spaziale dell’Ua, Tidiane Ouattara, “una quindicina di Paesi africani hanno un’agenzia spaziale” e “tutti” i Paesi del continente “hanno almeno un’istituzione che lavora con almeno un servizio spaziale”. .

Creato nel 2016, il programma spaziale africano opera dal quartier generale dell’Ua, ad Addis Abeba, e ha progettato nel 2018 lo Statuto per l’istituzione di un’Agenzia spaziale africana, che avrà sede al Cairo: “Gli stati africani si sono resi conto che gli strumenti spaziali erano un’opportunità” per rispondere alle sfide che il continente deve affrontare, secondo Tidiane Ouattara. Lo “spazio” è, ad esempio, “lo strumento migliore oggi per la lotta al terrorismo” perché le osservazioni satellitari “consentono di seguire il movimento delle persone” che fanno parte di gruppi armati jihadisti che stanno destabilizzando diversi stati africani. I gruppi armati legati ad Al-Qaeda e allo Stato islamico provocano migliaia di morti nel Sahel da almeno 10 anni, ma dilagano anche in Somalia e Mozambico e preoccupano la comunità internazionale.

L’industria spaziale può anche giovare all’agricoltura, il “pilastro dello sviluppo” del continente, secondo Mamadou Sarr, direttore dell’African regional satellite communication organisation (Rascom). Secondo i dati Onu, di agricoltura vive il 48% della popolazione africana, e il continente ha il 65% di terra arabile incolta nel mondo. L’osservazione satellitare ottimizzerebbe lo sfruttamento di queste terre, fornendo informazioni sulle parti dei campi da coltivare e consentendo agli agricoltori di fare una “stima della loro produzione”, con “anni” di anticipo per “posizionarsi sul mercato internazionale”. , dice Tidiane Ouattara. È “quello che gli Stati Uniti e il Canada stanno facendo” con il grano, dice.

Per migliorare la connettività dell’Africa, soprattutto nelle aree rurali, non bastano i cavi sottomarini installati in giro per il continente: “I satelliti coprono aree più ampie dei cavi” ha detto Mamadou Sarr. Le immagini satellitari possono anche permettere di studiare la qualità dell’acqua, vettore di malattie, per prevenire la contaminazione e identificare le navi responsabili della pesca eccessiva sulle coste africane.

Secondo l’Onu, se l’efficienza dell’industria spaziale è dimostrata, la mancanza di mezzi finanziari frena ancora gli Stati africani, che rappresentano la maggioranza dei 46 paesi meno sviluppati del mondo. Tuttavia, “lo spazio non è più costoso”, sostiene Ouattara, grazie alle nanotecnologie e ai piccoli satelliti. “Fatto da ingegneri nelle università”, il loro costo di produzione è compreso tra 50.000 e 100.000 dollari: investire nello spazio non è solo accessibile, ma anche redditizio.

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